16 Marzo 1978, una data che segnò la storia della politica italiana. Pensieri che si stagliano tra la memoria di un grande statista e il ricordo storico, sociale e culturale dell’Italia di quel ventennio che va dal 1968 al 1988. Aldo Moro è stato un politico, giurista e accademico, tra i fondatori della Democrazia Cristiana della quale divenne prima segretario del partito e poi presidente. Fu Ministro della Giustizia, della Pubblica Istruzione e per quattro volte Ministro degli Esteri. Cinque volte é stato Presidente del Consiglio dei Ministri guidando governi di centro – sinistra e fu autore del compromesso storico, il nome con cui si indica in Italia la tendenza al riavvicinamento tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano, osservata negli ’70. Un percorso politico di grande spessore che fece di lui uno dei più grandi statisti che oggi la Repubblica Italiana ricordi. 44 anni fa come oggi Aldo Moro fu rapito dalle Brigate Rosse e poi assassinato il 9 Maggio del 1968. La vastissima letteratura basata su quel particolare periodo storico, ci ricorda come attraverso questa tragica pagina politica del nostro Paese si debba tenere sempre presente il serio rischio cui può essere esposta anche la più solida delle democrazie. Ma quel 16 Marzo ’78 in cui in Via Mario Fani a Roma si consumò il rapimento dell’On. Aldo Moro e l’uccisione dei suoi cinque agenti di scorta (Oreste Leonardi, Francesco Zizzi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino e Giulio Rivera) sancì l’inizio di una lotta eversiva che tendeva a rivoluzionare il nostro sistema politico e democratico. Tuttavia, ancora oggi esiste un documento “riservato” che fa parte delle 130.000 pagine di atti prodotti dai servizi segreti considerati “top secret”. Tanta è la ricerca della verità che tanti storici stanno portando avanti per chiarire quest’alone di mistero legato al terrorismo rosso. Testimonianze, analisi e documenti, per capire meglio la nascita di un’organizzazione eversiva le cui radici pare che affondino anche lontano dall’Italia. Storie che molti di noi abbiamo vissuto, mentre altri ne hanno incamerato nozioni storico – culturali tramandati dalla vasta letteratura che è ricerca della verità. Tante sono state le testimonianze politiche che hanno onorato la memoria di Aldo Moro, tra cui il Presidente Sergio Mattarella, Enrico Letta, Roberto Fico, Elisabetta Casellati e altri. Una voce unica di forza politica che si staglia tra ricordi incancellabili di una strategia del terrore che attentò alla democrazia del nostro Paese e convincimenti politici e sociali che questa tragica esperienza non debba più ripetersi, nonostante i continui insidiosi focolai di maligna rinascita. Proprio oggi che a 44 anni di distanza da quel giorno in Via Fani a Roma, ci ritroviamo a fare i conti con il continuare a combattere il virus e assistere alla guerra tra Russia e Ucraina che appartiene a noi e al mondo intero. Corsi e ricorsi storici di stragi, conflitti politici e sociali che non insegnano nulla, anche se è sempre l’ora di fare i conti con il nostro passato per riflettere sul futuro.
Salvino Cavallaro